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Il Cordone speronato è un sistema di allevamento della vite che durante la potatura invernale seleziona 5, 7 germogli ben lignificati e posizionati da cui si ricaveranno altrettanti speroni a due , tre gemme. E’ facilmente gestibile e indicato per terreni mediamente asciutti e con varietà fertili a produzione basale. É un sistema di potatura corta e per le sue caratteristiche peculiari permette di ottenere un impianto a fittezza regolare, garantire un buon equilibrio della produzione, una buona esposizione delle foglie e la possibilità di meccanizzare la potatura verde e la vendemmia. Tra le altre caratteristiche del Cordone speronato, anche la possibilità di eliminare la legatura della vite dopo la vendemmia.
La struttura è data da una palificazione robusta con coppie di fili mobili per permettere il convogliamento dei germogli e quindi della vegetazione verso l’alto e garantire la corretta esposizione dei grappoli.
Il Cordone libero è un sistema di allevamento della vite utilizzato per potature che richiedono un’elevata meccanizzazione. Questo cordone è formato da un unico filo permanente speronato posto orizzontalmente a misure variabili tra i 120 e i 150 cm da terra. I germogli degli speroni, non essendo legati da fili di sostegno, crescono verso l’alto per poi ricadere verso il basso a causa del peso dell’uva. Durante la potatura si selezioneranno gli speroni della parte dorsale del cordone che sono disposti verso l’alto per facilitare la potatura meccanica e favorire la produzione della pianta. La gestione dell’impianto a Cordone libero permette una procedura di allevamento più semplice e meno costosa perché l’impianto sarà costituito da un solo filo e dai sostegni. Il risparmio di costi rispetto al Cordone speronato è notevole e con una certa semplicità di gestione. La palificazione è di conseguenza corta con il peso della struttura concentrato sulla parte superiore dei pali.
Il GDC è una forma di allevamento della vite, detta anche Doppia cortina, che si rifà alla Cortina semplice. Consente di meccanizzare completamente le operazioni di potatura e di vendemmia e si adatta a piante con gemme basali molto fertili e con varietà erette. Per la sua caratteristica di sdoppiamento laterale dei cordoni uviferi, l’esposizione dei grappoli è perfetta e si garantisce una produzione molto elevata essendo doppio il carico di gemme. Per una corretta gestione viene effettuata l’operazione cosiddetta di pettinatura che consiste nel “pettinare” i tralci verso l’esterno per lasciare lo spazio interno libero per la meccanizzazione della potatura e il soleggiamento durante l’estate. La struttura è molto robusta e prevede l’utilizzo di pergole mobili che la vendemmia che avviene per scuotimento verticale.
La potatura a Guyot è un sistema di allevamento del vigneto di tipo misto o lungo che conserva, tralci di media lunghezza ed un certo numero di gemme su un ceppo alto tra gli 80 ed i 100 centimetri. Il tralcio a frutto è quello che nella potatura a Guyot, tagliato a 6, 12 gemme , permetterà la maturazione dei frutti dell’annata in corso, lo sperone intermedio su cui vengono lasciate due gemme, detto capo a legno, darà vita a due tralci, uno sarà il tralcio a frutto dell’anno successivo ed il secondo genererà il nuovo sperone.
E’ una forma di allevamento molto diffusa in collina e dove si hanno varietà con fertilità nelle gemme intermedie. La potatura a Guyot è quella che è sempre stata considerata la più difficile da meccanizzare per via delle necessità di definire manualmente le lunghezze dei tralci e la localizzazione delle gemme. Tuttavia permette un maggiore controllo della qualità delle uve e permette la selezione dei tralci.
La struttura è data da una palificazione standard con fili di sostegno e di supporto e contenimento della vegetazione. In molti casi il capo a frutto viene capovolto e legato sul filo inferiore.
Il sistema Sylvoz, maggiormente impiegato in Veneto deriva dal Casarsa, diffuso nella viticoltura del Friuli e si trova per lo più nelle coltivazioni freddo-umide della pianura. La diffusione di questi sistemi di allevamento diversi tra loro si deve alla necessità di meccanizzare sempre più totalmente le operazioni di potatura, ma anche quelle della vendemmia, al fine di ridurre i costi di gestione delle colture. Il Casarsa ha permesso di realizzare una sensibile diminuzione dei costi di gestione, vista la semplicità strutturale con cui la pianta viene coltivata. Si tratta di allevamenti estensivi con le viti distanti tra loro e lunghi tralci liberi. Le produzioni sono notevoli, ma la meccanizzazione è complicata.
Per questo motivo la variante del Sylvoz è molto utilizzata, in quanto i capi a frutto sono piegati e fissati nel filo inferiore. Normalmente il cordone permamente viene pulito e si lasciano 2 o 3 gemme per il capo a frutto per l’anno successivo.
Il Tendone è una forma di allevamento diffusa soprattutto nel centro-sud Italia, caratterizzato da elevata produzione per ceppo. Richiede abbondante irrigazione per soddisfare il notevole sviluppo della vegetazione e il carico produttivo. La vite è alta circa due metri, dalla sommità partono quattro capi a frutto stesi orizzontalmente su un sostegno di fili e pali disposti a raggera. Le distanze di impianto variano da 4×4 m a 2×2 m a seconda del terreno. Vengono utilizzati pali ad angolo ai vertici dell’appezzamento, pali perimetrali molto robusti per sorreggere la rete di fili sulla quale si svilupperà la vegetazione e pali intermedi posti accanto a ogni vite.
Pali in acciaio per vigneti, quale scelta per una maggiore durata?