SPINAZZE’, LA STORIA

Una scommessa che dura da oltre 50 anni

“E’ iniziato tutto nel cortile di casa, nel 1962, i miei erano mezzadri, servivano dei pali di testata per la vigna, qualcosa di robusto e durevole. E dato che qui nelle nostre zone, a San Michele di Piave, se c’è una cosa che proprio non manca, sono sabbia, ghiaino e sassi del fiume – la Piave, come la chiamavano i vecchi – assieme a mio fratello pensai, perché non provare a fare un palo in cemento, utilizzando le materie prime del nostro territorio?”

Con queste parole Gianni Spinazzè racconta l’inizio dell’attività di quella che sarebbe diventata la Spinazzè Group Spa, una delle realtà italiane più importanti nel settore delle forniture per l’agricoltura, che in cinquant’anni di attività ha contribuito a palificare la maggior parte dei vigneti d’Italia e di frutteti in Europa e nel mondo.

1962

Il 1962 è un anno decisivo, è in quel momento che è scoccata la scintilla, l’idea per un prodotto così semplice eppure per nulla scontato. Gli anni che hanno preceduto la registrazione ufficiale dell’azienda, avvenuta nel 1965, sono densi di aspettative e grande voglia di mettersi al lavoro, inventare, produrre nuove idee in un’economia che finalmente stava esplodendo anche nel nord-est d’Italia. E’ sempre Gianni a guidarci nei ricordi: “lo stampo per il primo palo era in legno: me lo feci costruire dal falegname del mio paese, qui a San Michele di Piave.

Era un palo conico, dieci centimetri di base e otto di punta, in modo da poter essere meglio piantato nel terreno. Misurava quattro metri di lunghezza, era un palo solido, prodotto da una mescola di cemento con sabbie e ghiaie del fiume Piave, e un anima costituita da tondini di ferro – le trecce d’acciaio sarebbero arrivate soltanto qualche anno dopo.” Ghiaia e sabbia venivano consegnate ogni mattina da Alfredo Masiei (Sigirfredo Masier?), carioto della Piave, oggi novantadue anni ancora ben portati. Alfredo arrivava con il suo carretto trascinato da una cavalla, carico fino all’inverosimile.
A quel tempo, nelle campagne Trevigiane il sistema di allevamento dei vigneti era quello “alla Belussi”, inventato proprio nella zona fra Tezze e San Michele di Piave, distinguibile per i lunghi pali centrali a sostegno di quattro viti ciascuno. Un tale sistema richiedeva sostegni molto alti e forti capaci di sorreggere il peso della struttura ed è in questa ottica che Spinazzè realizzava i suoi primi pali, del peso di ottanta kg l’uno.

1964

Nel 1964 un’ulteriore avanzamento tecnologico. Stavolta è complice il fabbro di Cimadolmo, Costante Bonotto al quale viene commissionata una batteria di stampi in lamiera lunghi quattro metri con la possibilità di essere accorciati tramite paratie divisorie. Ecco che i pali di testata diventano ancora più solidi e possono essere prodotti con maggiore velocità. Ma è l’anno successivo che segna la svolta per la nascente Spinazzè, il 1965 anno della registrazione ufficiale presso il registro delle imprese della provincia di Treviso. Proprio in quell’anno Spinazzè crea un tipo di palo più piccolo, adatto alla coltivazione in filari che cominciava a diffondersi nel Trevigiano. Misura sei centimetri in punta e otto alla base, per un peso di circa trenta chili. Viene utilizzato uno stampo in lamiera che consente di arrotondare il profilo del palo, nel cortile di casa una batteria da dieci pali consente di aumentare la produzione, il calcestruzzo viene mescolato a mano, e i pali vengono lasciati ad asciugare a terra prima di essere caricati, sempre a mano, sul camion: un Tigrotto della Officine Meccaniche che comincia a macinare chilometri per consegne in tutta la provincia.

Fra il 1967 e il 1968 il nascente “mercato” di Spinazzè si espande sui vigneti del Collio, in Friuli. Gianni Spinazzè ricorda ancora uno dei primi ordini per quella zona: cinquemila pali dai Buzzinelli a Cormons e Milo Gradmik a Plessiva. L’ampliarsi del giro d’affari consente di investire su un nuovo mezzo, un autocarro a quattro assi con gru e rimorchio che viene utilizzato per le consegne. Gli spazi ormai cominciano a farsi sempre più stretti nel cortile di casa Spinazzè, è necessario scommettere ancora, provare a prendere un terreno un po’ più grande dove magari costruire un vero capannone con la prima pista produttiva vera e propria. E’ in quel momento che si fa avanti l’anziana maestra del paese che da tempo ormai seguiva con attenzione e curiosità l’operosità dei giovani Spinazzè. E’ lei la proprietaria di quel terreno, circa ventiquattro mila metri quadri, proprio davanti a quella nuova “officina” che produce i nuovi pali in cemento. Uno spazio ideale per trasferire l’attività in un capannone più spazioso ed avere spazio sufficiente per stoccare i pali in attesa di essere consegnati. Sapendo che i giovanissimi imprenditori stanno cercando uno spazio per allargarsi, la signora Maestra Vendrame si fa avanti e offre il suo terreno ad un prezzo vantaggioso, “vista la vostra buona volontà voglio cedervi questo mio terreno perché possiate allargare la vostra impresa, voglio scommettere su di voi, mi pagherete un po’ alla volta.” Grazie a piccoli prestiti e ai risparmi accumulati in quei primi anni l’accordo di acquisto è portato a termine, la Spinazzè avrà finalmente lo spazio per un capannone vero e proprio.

1970

E’ il 1970, anno in cui viene installata anche la prima pista per i pali precompressi, acquistata presso la MIBA di Milano. Nel ramo dell’ediliza si utilizzavano i trefoli in acciaio all’interno dei travetti per solai; Spinazzè inizia ad adottarli anche per i pali in cemento per vigneti, conferendo così maggiore elasticità e resistenza ai propri manufatti. Nel capannone della nuova sede si lavora giorno e notte mentre gli ordini continuano ad aumentare da tutto il nord Italia; si producono pali di settanta metri che poi vengono tagliati con un disco in carbonio. Sono trenta canaline sette per sette e due canaline nove per nove. Le consegne coprono ormai tutto il Veneto e Friuli Venezia Giulia. Nel 1973 viene siglato un importante accordo commerciale con il consorzio EIL di Bolzano (attivo ancora oggi) e negli anni successivi il numero delle piste sale a tre. Il Trentino Alto Adige, vocato alla produzione di mele, è un mercato vivissimo, si iniziano a produrre pali più grossi e adatti ai frutteti, mentre il numero degli operai impiegati nella fabbrica aumenta.

Nel 1978 un’altra svolta importante per l’azienda. “Grazie alla nostra amicizia e collaborazione con i vivai di Rauscedo, in Friuli, venni in contatto con il direttore generale di Villa Banfi a Montalcino, in Toscana, un territorio ancora inesplorato per noi. Stava acquistando barbatelle in Friuli per un nuovo grosso impianto di vigneto. Capii subito che si trattava di un’occasione notevole per noi.” Gianni Spinazzè vuole parlare di persona e va in Toscana per incontrare i responsabili di questa tenuta di proprietà diretta dal Dott. Rivella. La notte stessa è già sulla via del ritorno, con un solo pensiero in testa che non lo farà dormire per i mesi a venire: seicento cinquanta mila pali da produrre da lì ai prossimi due o tre anni. “Prima di chiedermi se saremmo stati in grado di far fronte a una tale quantità avevo già risposto che quel lavoro l’avremmo fatto noi. A costo di lavorare giorno e notte sette giorni su sette.”

Nei mesi successivi dieci, dodici operai si alternano ventiquattro ore su ventiquattro, due camion di Spinazzè e sei mezzi che arrivano dalla Toscana fanno la spola nelle consegne. In breve tempo la prima tranche di cento cinquanta mila pali è pronta. Spinazzè dimostra di poter far fronte a una fornitura di quel tipo e così sarà, perché in tre anni seicentocinquanta mila pali vengono consegnati e installati a Montalcino. La Spinazzè è diventata una impresa che può guardare al futuro.

Il giro di clienti nel frattempo si è ormai esteso a tutto il nord e centro Italia, comprendendo oltre a Veneto, Friuli e Trentino Alto Adige, anche Piemonte, Emilia Romagna, e verso la metà degli anni 80 il nuovo mercato dell’Umbria.

1980

Sono gli anni dello sport. Spinazzè da sempre legato al mondo del ciclismo, decide di creare un team dilettantistico di alto livello con la collaborazione della TiEsse, azienda del settore del legno, e il coordinamento tecnico del famoso Mino Bariviera detto il Giaguaro. Forse il più grande scopritore di talenti ciclistici d’Italia dell’epoca.

Nasce la TiEsse-Spinazzè che macina vittorie ovunque e riempie titoli di giornali ogni settimana. Nell’arco di ….. anni di attività le gare vinte sono duecento quarantatre con due campionati italiani assoluti. Il ciclismo sport popolare, amatissimo nel nord-est, forse perchè si abbina alla vita nei campi, alla condivisione di sacrifici, alla solitudine dei contadini. La bicicletta porta a scoprire il territorio, la pianura e le colline del Veneto con il loro patrimonio vitivinicolo per poi salire con fatica fino alle Dolomiti. La squadra di Spinazzè diventa “famosa”, i clienti passano in ufficio per commentare le gare di ciclismo e ordinano pali sull’onda dell’entusiasmo e sulla fiducia in un marchio che ormai è conosciutissimo e rispettato. E la domenica successiva i clienti appassionati si ritrovano nuovamente sulle colline del prosecco e brindare assieme.

Continuano in questi anni le novità e gli adattamenti delle sezioni di palo. Gli 8×8 diventano 8,5×8,5 con maggiore rinforzo per i nuovi sistemi di vigneto a GDC e per gli impianti a spalliera della Romagna. Altra novità sono i pali a sei trecce con una migliorata elasticità meccanica.

1990

È un momento di grandi innovazioni in agricoltura, soprattutto per quanto riguarda la meccanizzazione delle attività in vigneto. Ecco allora i primi pali con spigoli arrotondati per meglio adattarsi alle prime macchine vendemmiatrici. Vengono introdotti anche nuovi accessori in acciaio inossidabile utilizzati per la tenuta dei fili e il contenimento della vegetazione.

L’azienda si impegna con nuovi investimenti interni verso l’ammodernamento delle strutture e l’adeguamento dei macchinari. Sono gli anni del consolidamento del mercato, con aperture verso il meridione, l’Abruzzo e l’allargamento ai servizi postvendita, impiantistica, ricerca di accessori vari e fili di struttura per completare la gamma del catalogo e avere più opzioni da proporre ai clienti.

Con la fine degli anni novanta, si affaccia la necessità di internazionalizzare. Il mercato italiano segna del rallentamento sul fronte dei vigneti, si è infatti piantato molto. Mentre iniziano i primi progetti di coperture antigrandine sui frutteti. In questi anni Spinazze collabora con impiantisti nuovi e diversi da quegli degli anni precedenti, più tecnici e attrezzati, agronomi del mondo della frutta,  cerca partner nuovi su mercati fino ad allora poco sperimentati.

Robert Spinazzè, fresco inserimento in azienda, cerca di capire queste nuove tendenze di mercato, cominciando tra lo scetticismo di tutti ad intraprendere i primi viaggi esplorativi all’estero. Ricorda ancora con ironia la prima trasferta in Germania sul Lago di Costanza. “Partenza alle due di notte per essere a Bolzano al ritrovo con alcuni agronomi all’alba. Feci tutto il viaggio assieme a loro, parlavano soltanto tedesco. Sul lago di Costanza abbiamo incontrato la Baywa, oggi colosso del mondo agricolo, ma allora alle prime esperienze nel settore, e Artur Muller giovane agronomo. Parlavano tutto il tempo fra loro, non capivo una parola, soltanto ogni tanto mi facevano un cenno segno che le cose si facevano interessanti anche per noi.” Le venti ore di viaggio di ritorno in auto sono dense di interrogativi e dubbi: uno su tutti sarà davvero l’estero il futuro per Spinazzè?

Le prime risposte iniziano ad arrivare già dopo qualche settimana, con il primo ordine di pali. Le consegne sono proseguite con regolarità e continuano ancora oggi. Quel viaggio in Germania è stato solo l’inizio di un percorso esplorativo che è continuato in Olanda incontrando Van Nifterik – azienda leader nella fornitura di materiali per frutteti e consulente per la realizzazione di impianti. Van Nifterik fin da subito ha accettato e condiviso la collaborazione, aprendo così la strada verso i mercati di tutto il nord Europa.

2000

Ma la nuova dimensione internazionale di Spinazzè esplode definitivamente negli anni duemila ed è dovuta in buona parte alla sinergia che è venuta a crearsi con l’austriaca Fruit Security, azienda leader mondiale nella realizzazione di impianti antigrandine per frutteti. Da subito l’intesa e la capacità di lavorare insieme è stata formidabile. Si aprono così i mercati dell’Est Europa verso tutti quei paesi che investono in agricoltura e in particolare nelle coltivazioni di frutta. Sono paesi dalla forte tradizione nel settore della mela – ad esempio la Polonia – ma dalle tecniche lavorative e produttive molto approssimative che hanno conosciuto un periodo di grande rinnovamento e hanno iniziato a richiedere prodotti e attrezzature europee e italiane per la coltivazione.

Dai paesi vicini, Spinazzè si è introdotto poi in Ucraina, Russia, Kazakistan, Turchia. Mercati molto interessanti e dalle proporzioni importanti. Fra i progetti più importanti dei primi anni di collaborazione con Fruit Security si distinguono il progetto “Delta” in Serbia (100ha), “Alma” e “Sad Gigant” nella regione di Krasnodar in Russia. Successivamente gli impianti della Crimea Fruit Company e della Sady Ukraine in Crimea, il progetto “Nemiroff” in Ucraina a completa direzione Spinazzè.

Oggi la nostra azienda viaggia sulle strade del mondo anche grazie al Team Tinkoff Saxo, nei panorami più prestigiosi del ciclismo professionistico

Oggi

Oggi Spinazzè è strutturata per lavorare in tutto il mondo. Organizzazione interna e capacità di adattamento alle mutevoli condizioni economiche e politiche dei vari paesi sono diventate esigenze fondamentali sulle quali puntare. L’aspetto logistico e delle spedizioni è altrettanto importante e Spinazzè ha iniziato a seguire direttamente questo aspetto da dieci anni a questa parte. Gli orizzonti continuano ad allargarsi verso il Sud America (Cile in particolare) e il Canada, pur mantenendo un legame forte con la tradizione vitivinicola locale, nella quale il marchio Spinazzè è da tempo una garanzia. Dal 2015 Spinazzè è tornata nel mondo del ciclismo professionistico come sponsor del team Tinkoff prima e oggi del team Bora-hansgrohe, oltre al supporto per la Peter Sagan cycling academy. Con queste nuove partnership, figlie della passione per lo sport, il marchio aziendale viaggia sulle strade del mondo, offrendo continui spunti e occasioni di collaborazione con i mercati emergenti.